L'UOMO

La Via Eroica del Sacrario di Cima Grappa è delimitata dai cippi con il nome delle cime circostanti sulle quali infuriarono i combattimenti più intensi (agosto 2014 - con Archivio Storico Dal Molin).

L'indimenticabile Capitano Ettore Viola (Villafranca in Luinigiana, 1894 – Roma, 1986), "la più bella Medaglia d'Oro della Grande Guerra" (Re Umberto II di Savoia), il pluridecorato “Ardito del Grappa”, un uomo il cui nome a molti sconosciuto brilla in realtà nella storia dell’ultimo Risorgimento italiano. Nel 1968, alla cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Bassano del Grappa, il vecchio e indomito soldato della Prima Guerra Mondiale ebbe ancora una volta a dire: “ringrazio di essere stato eletto cittadino Onorario di questa Città, vedetta, sentinella della Nazione, dopo l’incompiuta unità d’Italia, di questa città di eroi e martiri; e noi sappiamo quanti sono stati i tuoi eroi, i tuoi martiri o gloriosa Città decorata di medaglia d’oro al Valor Militare ... Invero io fortunato, innanzitutto, perché ho il piacere di vivere ancora; io fortunato, perché l’occasione mi ha concesso di ricevere qualche ricompensa in più di tanti altri ... Grazie, amici carissimi, grazie e che si compia questo augurio: che l’ultimo combattente prima di chiudere gli occhi possa vedere nel cielo della Patria il sole della pace italiana, il sole della pace europea e il sole della pace universale”.

E ancora, durante l’inagurazione del cippo a lui dedicato a Cà Tasson: “ Padre Reverendissimo: che il Signore voglia esaudire le sue preghiere intese a far riconoscere a tutto il popolo, quale esempio, il sacrificio dei gloriosi Caduti e l’amore di Patria dei valorosi sopravissuti ... Li rivedo, i miei ARDITI del VI Reparto, quali irresistibile massa d’assalto contro la unitissima difesa nemica di quota 1443, quella lì che vediamo; e li rivedo conquistare fulmineamentela trincea, che poi difendono dagli undici disperati contrattacchi notturni; li rivedo, dopo un breve cedimento, nel dodicesimo contrattacco; li rivedo conquistarla nuovamente e travolgere il nemico in un lungo inseguimento infliggendogli gravissime perdite. Tuttavia carissimi amici, noi non siamo qui per esaltare la guerra, ma come ha detto il Sacerdote qui presente, per invocare la Pace tra gli uomini in nome di quanto hanno perduto o logorato la propria vita sui campi di battaglia. Auguriamoci che possano i Governi e i popoli accogliere questa nostra voce”.

Ricordiamo questo Eroe della Grande Guerra con le motivazioni di alcune delle sue più alte decorazioni:

CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIA

“Comandante di una compagnia di assalto, preparò accuratamente e diresse con perizia un’ardita azione di sorpresa contro un unitissimo saliente nemico. Sprezzante di ogni difficoltà, alla testa dei suoi uomini nei quali aveva saputo trasfondere il suo ardente entusiasmo, superati i reticolati nemici si lanciava con impeto irresistibile e coraggiomirabile nella trincea, che rapidamente e con intenso lancio di bombe sconvolse, annientandone il presidio. Fatto segno ad intensissimo fuoco di mitragliatrici e fucileria, ed attaccato da forze superiori, dopo una lotta corpo a corpo fu costretto a ritirarsi riportando dei prigionieri; rimasto ferito non leggermente, si rammaricava di dover abbandonare per qualche tempo il proprio reparto. Mirabile suscitatore di energie ed esempio costante di ardimento e di alto sentimento del dovere”. - Cà Tasson (Grappa), 18 maggio 1918.

MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

«Comandante di una compagnia di arditi, la condusse brillantemente all'attacco di importanti posizioni. Sotto l'intenso tiro di artiglieria e di mitragliatrici avversarie. Avute ingenti perdite nella compagnia, magnifico esempio di audacia e di ardimento, con un piccolo nucleo di uomini continuò nell'attacco e giunse per primo, con soli tre dipendenti, nella posizione da occupare. Caduti molti ufficiali di altri reparti sopraggiunti, assunse il comando di quelle truppe, e con esse e con i pochi superstiti della sua compagnia, respinse in una notte ben 11 contrattacchi nemici, sempre primo alla lotta. Rimasto solo, circondato dagli avversari e fatto prigioniero, dopo tre ore si liberò con fulmineo e violento corpo a corpo della scorta che lo accompagnava e rientrato nelle nostre linee con mirabile entusiasmo riprese immediatamente il comando di truppe, respingendo con fulgida tenacia nuovi e forti contrattacchi del nemico, incalzandolo per lungo tratto di terreno e infliggendogli gravissime perdite.» - Monte Grappa 16-17 settembre 1918

A lui scriverà il Vate Gabriele D’Annunzio dopo la fine della Grande Guerra:

“Mio caro compagno, c’incontrammo la prima volta verso la fine della guerra, per preparare contro il nemico uno stratagemma inaudito di fiamme nere e di fiamme blu. Insieme ancora una volta avremmo osato l’inosabile. L’armistizio infausto ci troncò d’improvviso il proposito e la vittoria. Non avevamo tralasciato di studiare le particolarità tecniche dell’impresa, ma avevamo posto soprattutto la potenza dell’animo. Sufficit animus.”. - Gabriele d’Annunzio


ULTIME NOTIZIE

INVICTUS GAMES – Giochi Paralimpici LONDRA 2015: le vittorie della squadra militare italiana guidata dal Col. Gianfranco Paglia - Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Di seguito il testo della motivazione per la MOVM all’allora Ten. Gianfranco Paglia in seguito all’eroico comportamento durante la battaglia di Mogadiscio del 2 luglio 1993 descritta nella nostra sezione “memoria-documentari”:

“Comandante di plotone paracadutisti, inquadrato nel contingente italiano inviato in Somalia nell’ambito dell’operazione umanitaria voluta dalle Nazioni Unite, partecipava con il 183° rgt. par. “NEMBO” al rastrellamento di un quartiere di Mogadiscio. Nel corso dei successivi combattimenti, proditoriamente provocati dai miliziani somali, con perizia e intelligenza concorreva con le forze alle sue dipendenze allo sganciamento di alcuni carri rimasti intrappolati nell’abitato. Dopo aver sgomberato con il proprio mezzo alcuni militari feriti, di iniziativa si riportava nella zona del combattimento e, incurante dell’incessante fuoco nemico, coordinava l’azione dei propri uomini, contrastando con l’armamento di bordo l’attacco nemico. Per conferire più efficacia alla sua azione di fuoco si sporgeva con l’intero busto fuori dal mezzo esponendosi al tiro dei cecchini che lo colpivano ripetutamente. Soccorso e trasferito, presso una struttura sanitaria di Mogadiscio, reagiva con sereno e virile comportamento alla notizia che le lesioni riportate gli avevano procurato menomazioni permanenti. "Chiarissimo esempio di altruismo, coraggio, altissimo senso del dovere e saldezza d’animo”


RICORDI SPECIALI

La storia della Marina Militare Italiana nelle sue pagine più gloriose della storia moderna, dalla Grande Guerra alle prime missioni internazionali, in alcuni articoli di Stefano Aluisini

Un particolare ricordo sarà poi sempre dedicato agli uomini della Guardia di Finanza di ogni tempo, Corpo nel quale ho avuto il privilegio di servire fra il 1991 e il 1993.


IL NOSTRO IMPEGNO

In memoria del Caporale Maggiore Giuseppe Neri, Medaglia di Bronzo e Medaglia d’Argento al Valore Militare, caduto a q. 2056 del Monte Chiesa il 24 luglio 1916 con gli Alpini della 219^ Compagnia - Battaglione Valle Ellero – 1° Reggimento, trenta dei quali, superati durante l'assalto tre ordini di reticolati, riuscirono ad arrivare sotto le postazioni austriache dove vennero infine sopraffatti. Il suo corpo, recuperato dagli uomini del I.R. 17 "Ritter Von Milde" Kronprinz sarà da questi riconosciuto e sepolto nella conca di Monte Chiesa; il Feldkurat Padre Johann Gogala spedirà la notizia in Italia grazie alla quale il corpo del valoroso Alpino sarà ritrovato dopo la guerra.


GENERAZIONI IN UNIFORME


PARTNERS

Il monumento al Granatiere di Sardegna costruito con le schegge di granata sul Monte Cengio dagli Alpini