MONTI FORNO E CHIESA

Due montagne sconosciute ai più ma il cui nome è legato alla prima battaglia dell’Ortigara, conclusasi tragicamente il 24 luglio 1916 e che vide i vani tentativi degli Alpini di superare questa vette  che insieme ai vicini Campigoletti e Ortigara costituivano un baluardo insormontabile, trasformato in una fortezza imprendibile dai migliori reparti austroungarici. I capisaldi dei monti Forno e Chiesa sui quali le truppe imperiali si erano ritirate al termine dell'Offensiva di Primavera (più nota come la "Strafexpedition") furono difesi sino allo stremo dagli Stiriani del I.R. 27° Reggimento di Graz e dagli Sloveni del I.R. 17° Ritter Von Milde, reparto che era stato da poco intitolato al piccolo principe ereditario Otto, figlio dell'imperatore Carlo d'Austria. Nella prima parte dell'itinerario si incontra la Fornokapelle di Busa della Pesa (visitabile con l'applicazione "Dentro la Memoria" realizzata con l'Archivio Storico Dal Molin), eretta dai soldati Stiriani vicino al loro piccolo cimitero dei quali si intravedono ancora i segni, sui quali vegliava un crocifisso ligneo, anch'esso danneggiato dalle artiglierie italiane e per questo portato in Patria, dove tuttora si trova. Ancora oggi a un secolo di distanza, le vestigia di quell'imponente apparato logistico e difensivo sono visibili e visitabili come un immenso museo all'aperto che tra rovine e crateri di esplosioni si snoda lungo tutta la prima linea che vide affrontarsi in particolare tra il 1916 e il 1917 gli eserciti italiano e imperiale. 

A quelle vicende è legato il drammatico destino di un giovane Alpino, già decorato al Valore nella guerra di Libia, che con i suoi compagni del 1° Reggimento, Battaglione Valle Ellero, affrontò sul Monte Chiesa le temutissime postazioni tenute dai fucilieri Sloveni del 17° I.R. Reggimento di Fanteria Ritter Von Milde, il famoso “Kronprinz”. Mutuo testimone di quegli strenui combattimenti è il loro ex cimitero militare, realizzato sui rovesci del Monte Chiesa, in località Cuvolin, anche se il toponimo esatto sarebbe "Busa del cavallo". E’ questo il luogo indicato nella lettera inviata in Italia dal loro Feldkurat che indicava il punto esatto della sepoltura dell’Alpino Giuseppe Neri – 1° Reggimento, Medaglia di Bronzo e Medaglia d’Argento al Valore. Colpito a q. 2056 del Monte Chiesa al termine dell’ultimo disperato assalto che il 24 luglio 1916 portò alcuni Alpini a superare i tre ordini di reticolati arrivando a ridosso del trincerone, il giovane era stato raccolto morente dal Caporale Cetinski e dal Ten. Medico Wieltschnig del 17° Kronprinz. La tragica crescita del cimitero del Cuvolin, che ospitò quindi anche alcuni caduti italiani le cui sepolture sono ritratte tra quelle dei soldati Austroungarici, è visibile anche in uno degli album personali del suo comandante, il Col. Von Thurmau, custoditi presso l’Archivio Storico Dal Molin. Da parte italiana, oltre alla descrizione del fatto d’arme riportata nella motivazione della Medaglia al Valore, a quell’impresa temeraria che portò gli Alpini quasi sulla vetta venne dedicata pochi giorni dopo la copertina della Domenica del Corriere; nel titolo si tace però il loro tragico destino che li vide tutti uccisi o catturati. Di particolare interesse, in questo palcoscenico unico sulla Grande Guerra, il "Thurmau Tunnel" e la vicina "Dolina degli Sloveni" - con l'adiacente "Busa del giasso", oltre alla eccezionale panoramica su quella che fu la fronteggiante prima linea italiana nella seconda e più sanguinosa battaglia per l'Ortigara del giugno 1917 (fotografie di Stefano Aluisini - Brescia, Ruggero Dal Molin - Bassano del Grappa, Sergio Giacomelli - Borgo Valsugana, Erminio Dalla Zuanna - Oliero).

La prima linea italiana vista dal Monte Chiesa: a destra in basso la Madonnina del Lozze, al centro Cima Caldiera e il vicino Campanaro, più a sinistra la quota 2105 dell'Ortigara con la colonna mozza.