MUSEO CIVICO DEL RISORGIMENTO DI BOLOGNA

presentazione del libro

GLI ETERNI RIBELLI

DAL CONFLITTO ANGLO-BOERO ALLA RIVOLUZIONE MESSICANA - DAL VENEZUELA ALLA GRANDE GUERRA NELLE ARGONNE: LA VERA STORIA DI UMBERTO CRISTINI E DEGLI ALTRI “LEGIONARI” ITALIANI

di Stefano Aluisini e Giacomo Bollini

Sabato 4 marzo, presso la sala del Museo Civico del Risorgimento di Bologna, ubicato nella casa di Giosué Carducci, si è tenuta l’attesa presentazione dell’ultimo volume di Stefano Aluisini e Giacomo Bollini intitolato “Gli eterni ribelli”. Il saluto del Museo è stato portato dalla Dott.ssa Mirtide Gavelli mentre il Dott. Andrea Spicciarelli - Direttore Ufficio Storico ANVRG - ha introdotto i temi di fondo affrontati nel libro con particolare riguardo al fenomeno dei tanti “volontari internazionali” e alle figure dei Garibaldini e dei fratelli Garibaldi nel caso specifico. Nel suo intervento invece Stefano Aluisini ha ripercorso fin dagli esordi la vicenda personale di Umberto Cristini, rievocando alcuni episodi della seconda guerra anglo-boera durante la quale il giovane bresciano combatté in Sud Africa prima al seguito dell’eroico “Fighting General” Christian De Wet e poi nel celebre “Corpo Italiano” guidato da Camillo Ricchiardi. Dopo i blitz degli imprendibili “Commando” boeri, la tragica deportazione della popolazione civile da parte delle truppe britanniche portò all’inevitabile sconfitta, alla quale seguì la cattura e l’espulsione di tutti i volontari stranieri. Nonostante tutto, una volta giunto a Trieste dopo un mese di viaggio a bordo dello “Styria”, Cristini preparò il suo ritorno in Sud Africa, poi tracciato sia nel mondo dello sport locale - nel campo delle arti marziali - che nella ricerca del famoso “tesoro di Kruger”. Sono state quindi ricordate le pagine di altri eventi come la rivolta in Venezuela del 1902, le sommosse in Portogallo che videro nel 1908 l’assassinio di Re Carlo e dell’erede al trono, così come la rivoluzione messicana del 1910 per il successo della quale Peppino Garibaldi, insieme alla sua “Legione Straniera”, così come Pancho Villa ed Emiliano Zapata con i loro uomini, ebbe un ruolo determinante.

Si tratta del percorso storico avvincente e misterioso che racchiude la nascita di un rapporto di grande amicizia tra Umberto Cristini e Peppino Garibaldi e che porterà quest’ultimo sino alla foresta delle Argonne nel 1914, inquadrato con gli altri volontari nel 4° Reggimento di Marcia della Legione Straniera francese. Oltre a queste vicende sono stati ricordati anche i trionfi sportivi di Umberto Cristini, in particolare nelle arti marziali e nella boxe che lo vide allenare il pugile francese Georges Carpentier, portato per due volte alla vittoria del titolo europeo dei pesi massimi, dapprima a Gand e poi a Londra. Gli ultimi mesi di vita di Umberto Cristini sono stati invece ricordati grazie a Giacomo Bollini che ha ripercorso sul campo i tre combattimenti che videro i Garibaldini al loro battesimo del fuoco nell’Argonna francese, con il sacrificio dello stesso Umberto Cristini e di due dei fratelli Garibaldi. L’incontro si è chiuso con la lettura della toccante lettera testamento ritrovata infine sul corpo di Umberto Cristini e indirizzata al suo amico Peppino Garibaldi, con alcuni struggenti pensieri personali e l’invocazione a perseguire ogni sforzo pur di arrivare alla nascita della Repubblica italiana. Solo poche righe ma in grado di ripercorrere un’esistenza straordinaria lontana dal suo paese natale da dove si era allontanato dopo una tragica vicenda familiare e che lo aveva visto presente in tre continenti, spesso in armi, ma sempre animato dai suoi sentimenti e dai suoi ideali.

Lo spaccato di un quarto di secolo vissuto pericolosamente fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, quel periodo di grandi tensioni sociali e politiche che precedette inevitabilmente lo scoppio del primo conflitto mondiale. Oggi lo abbiamo rivissuto anche attraverso la storia personale di un volontario internazionale del tutto particolare, destinato a essere onorato in paesi lontani dal suo, ma che egli aveva considerato come la propria vera Patria, e per la quale non esitò a sacrificarsi fino a perdere la vita.

Fotografie di Fabio Mignani, Giulia Zambonelli e Paola Ferraglio.