MUSEI

MUSEO DELLA GRANDE GUERRA DI CANOVE (ROANA - VI - ALTOPIANO DEI SETTE COMUNI)

Uno dei Musei sulla Grande Guerra più affascinanti e ricchi che crediamo si possano immaginare a livello nazionale. Realizzato nella ex stazione della ferrovia di montagna Rocchette - Asiago, in località Canove di Roana (VI), è stato recentemente oggetto di una importante ristrutturazione immobiliare, che ne ha notevolmente ampliato la già generosa metratura, oltre che organizzativa e iconografica. E’ gestito sotto la direzione di Vittorio Magnabosco, esperto della Grande Guerra che ha portato non solo a una completa revisione e ricatalogazione dell’enorme quantità di reperti disponibili, ma anche a una nuova visione interpretativa che vuole estendere la raccolta di materiale storico di alto valore anche al fronte occidentale ma soprattutto “umanizza” lo stato di molti oggetti ridandogli vita e ricostruendo la loro singola storia con documenti e citazioni. Dalla fisarmonica del soldato scomparso ritratto in una fotografia vicino al suo strumento alla coperta lasciata a una donna da alcuni soldati italiani durante la ritirata di Caporetto per ringraziarla di averli accolti e perché, avendo perso tutto nel ripiegamento, non avevano altro. Già visitato nel 2006 con una comitiva dell’Unione Nazionale in Congedo d’Italia (Sezione di Brescia), per il suo particolare valore, il Museo è stato scelto come depositario della Medaglia coniata da A.cu.m.e. (Molochio - RC) per la A.S.C. Fronte Sud Altopiano Sette Comuni in memoria del Mar. Angelo Cosmano, M.O.V.M. sul vicino Monte Lèmerle. Un Museo che, secondo il parere di molti storici e più modestamente di chi scrive queste righe, rappresenta una vera eccellenza e una concreta speranza per la migliore conservazione della Memoria della Grande Guerra e di quanti offrirono la loro vita, in tutti gli eserciti, per i propri ideali.

Info: www.museoguerracanove.it

MUSEO RIFUGIO VAL TOSELLA

Spesso il miglior spirito che difende la memoria della Grande Guerra vive e resiste proprio vicino a dove combatterono e riposano da un secolo i valorosi soldati di allora. Per questo apriamo meritatamente la sezione “Musei” con un piccolo gioiello alle pendici del Monte Grappa, quello realizzato da Davide Pegoraro, appassionato ricercatore della Grande Guerra, rievocatore, giovane scrittore e qualificato accompagnatore sui campi di battaglia. Ho potuto visitare per due volte questa preziosa e unica collezione durante le soste fra i rilievi del Sacrario condotti con l’Archivio Storico Dal Molin e mi sento di sottolineare sia l’opportunità di una visita che la competenza e l’ospitalità di Davide Pegoraro e della sua famiglia. Dal settembre 2015 si è trasferito al Rifugio Val Tosella.

I riferimenti sono i seguenti:

Strada Cadorna KM 38, Arsiè, Veneto

346.6211036

MUSEE DE L'ARMEE (PARIS)

Un breve reportage fotografico di Andrea Aluisini e Federico Borsoni (gennaio 2015).

MUSEO STORICO EMILIO E JOYCE LUSSU – ARMUNGIA 

Da una terra indomita arrivò quell’ufficiale carismatico del 151° Reggimento della Brigata “Sassari” che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della Grande Guerra così come nella Resistenza e nella rinascita repubblicana. Due legami indissolubili segnarono la sua esistenza, quello originario con la sua Sardegna per la quale si impegnò dal primo dopoguerra come statista e politico lungimirante e quello acquisito verso l’Altopiano insanguinato dove fu protagonista con i suoi Fanti di tante epiche battaglie. Un uomo risoluto e un soldato dal carattere indomito del quale non di rado però traspariva la straordinaria sensibilità che lo renderà una figura indimenticabile, sia come scrittore che come padre della Patria.  Custode delle sue memorie nella Terra d'origine è il Museo Storico Emilio e Joyce Lussu di Armungia, diretto da Alberto Cabboi.

“Tutto un nuovo mondo si muove, dentro di noi, ed è già alle sue prime luci certe del mondo esteriore. Vi sono molti secoli che premono e che ci spingono, oltre il focolare e la casa sprangata, oltre il nostro canto chiuso fatto di echi e lamenti senza principio e senza fine. Perché non dirlo? Sentiamo che il popolo sardo, come i popoli venuti ultimi alla civiltà moderna e già fattisi primi, ha da rivelare qualcosa a se stesso e agli altri, di profondamente umano e nuovo.” (E. Lussu, L'avvenire della Sardegna, 1951).